Il nostro manifesto
Rolling Wine rappresenta un sogno. Un sogno in cui crediamo fortemente da molti anni, che incarna una serie di valori agricoli e sociali su cui è possibile costruire un futuro migliore attraverso conoscenza e informazione.

Noi abbiamo sempre sostenuto che i vini più buoni siano fatti con pazienza e sapienza, senza ausilio di chimica né in vigna né in cantina. E questo perché pensiamo semplicemente che non sia necessario. E’ stato fin da subito uno dei principi fondamentali che ci hanno contraddistinto nel caos.
Nel 2015 quando è nato il progetto in pochi ci credevano e in molti ci davano per folli.
A distanza di qualche anno ci troviamo in una situazione completamente diversa. A noi non interessa essere i primi della classe, ci interessa di più essere “diversi” e avere un approccio al vino immediato e emozionale.
Per noi il vino è da bere e da godere, abbandonati come ascoltando un disco dei Pink Floyd o dei The Cure.
E’ da chiamare per nome, come chiamiamo per nome i vignaioli sul nostro sito perché brindiamo insieme quando riesce loro una rifermentazione in bottiglia o perchè li consoliamo quando buttano una damigiana per un esperimento venuto male.

E oggi, anche se dopo alcuni anni siamo diventati più “seri” e strutturati alcune cose vogliamo che restino immutate.
Vogliamo essere irriverenti e schietti, professionali ma mai saccenti, perché sappiamo che il vino è di tutti e per tutti. E’ importante essere liberi da vincoli, liberi di creare, di sperimentare e di sorprendere, come veri e propri artisti. In poche parole vogliamo essere rock!
Vogliamo urlare che il VINO NATURALE è il vino di qualità, ottenuto senza scorciatoie e manipolazioni chimiche. Un vino nato per riscoprire gusti e sapori e per valorizzare territori e vitigni che con l’industrializzazione e la modernità intesa come consumismo, sono andati perduti o dimenticati.
Vogliamo urlare al mondo che vino biologico o biodinamico non significa necessariamente vino naturale.
Vogliamo combattere gli stereotipi. Spesso sentiamo frasi del tipo: il vino naturale puzza, il vino naturale non esiste, il vino naturale è il vino “del contadino” (inteso in senso dispregiativo) e si potrebbe continuare. Niente di più sbagliato. Probabilmente a qualcuno non piace e non accetta il termine “vino naturale” e un giorno ci emanciperemo da questa parola, tornando a chiamarlo semplicemente VINO. Ma ad oggi pensiamo che sia l’unico modo per differenziarlo e per far capire una modalità di lavoro rispettosa per l’ambiente ed il territorio.
Vogliamo comunicare un nuovo approccio: ognuno di noi ha gusti differenti, un vino non può e non deve piacere a tutti. Per noi è come una canzone punk o un opera d’arte concettuale: deve essere capito e se poi non piace non c’è niente di male, fa parte del gioco, l’importante è capire cosa c’è dietro e farsi sempre le domande giuste. Non basta più una semplice e fredda analisi sensoriale.