Abbazia San Giorgio (6) - Copia

Trapani, Isola di Pantelleria

Abbazia San Giorgio

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15000 bottiglie in cantina

Specialità: Vino bianco

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“A maturazione dell’uva la vigna ti chiama non puoi starci lontano”

Battista è un vignaiolo, verace ed appassionato. Bere i suoi vini è un po' come entrare a contatto con la sua natura più intima. Uno spaccato di una Sicilia più ardente, radicata nelle proprie radici e tradizioni.

Il Contatto "pronunciato" con le bucce.

“Fare il vino come lo facevano i nostri padri è il miglior modo per sfruttare le caratteristiche sensoriali che gli dà il sistema di allevamento: alberello-conca. Quindi un contatto pronunciato sulle bucce del mosto, in cui il vino non solo si colora ma acquisisce tutti quei profumi e sapori” Battista asserisce parlando dell’Orange che più di ogni altro è diventato il vino Icona della sua produzione.

Abbazia San Giorgio si trova a Pantelleria e nasce per mano di Battista Belvisi, coltivatore, viticoltore, cantiniere ed enologo.

Tre e ettari e mezzo situati a Khamma, nella parte sud orientale dell’isola. Spezzettati in minuscoli corpi, a circa 300 mt. sul livello del mare con età media di 60 anni,

Abbazia San Giorgio (4)

Alberello patrimonio dell'umanità

Le viti sono allevate ad alberello, con il tipico sistema pantesco un sistema di allevamento molto antico, quello recentemente riconosciuto dall’Unesco patrimonio “immateriale” dell’umanità. Gli alberelli sono posti in conche di 50/60 cm di profondità, per 2 motivi: protezione dal vento, coinvogliare l’acqua verso la pianta. Le rese sono basse, mediamente di 40/50 quintali per ettaro.

I terreni sono sciolti sabbia con poca argilla nei punti più pianeggianti, danno vini meno corposi ma più profumati e  vulcanici ricchi di microelementi.

Tutte le vigne sono condotte in biologico con uso di pratiche biodinamiche. La lotta alle piante infestanti ed ai parassiti è condotta con mezzi agronomici, senza antiparassitari, crittogamici né altro tipo di prodotto chimico, nemmeno rame e zolfo accettati nella viticoltura sostenibile, poiché il vento di Pantelleria è il miglior trattamento sanitario possibile per preservare le piante da attacchi fungini di qualsiasi tipo.

“il vento di Pantelleria è il miglior trattamento sanitario possibile”

Le pratiche di cantina, una tradizione familiare.

In cantina, la fermentazione si avvia da sola ad opera dei lieviti indigeni, e non viene utilizzato nessun tipo di coadiuvante e di additivo.

“Mio Padre mi ha insegnato a fare il vino in maniera etica, lui aggiungeva anche metabisolfito in fermentazione, noi non mettiamo nemmeno questo.

Sono allevati a zibibbo per i due terzi della superficie, mentre la restante parte è coltivata a Pignatello, qui conosciuto con in nome di “Nostrale”, Carignano, Nero d’Avola e Nerello Mascalese che qui si esprime con alcune caratteristiche che ricordano l’Etna da un lato, aderenze forse dovute alla stessa matrice del terreno, e dall’altro si esprime in modo unico.

“Io ho sempre voglia di sperimentare, mi diverto”.

Anche noi Battista ci divertiamo a bere i tuoi coloratissimi vini.

“Io ho sempre voglia di sperimentare, mi diverto”

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