Vini naturali: un pensiero un po’ meno rock

Cosa sono i vini naturali? Spiegare bene che cosa sia il vino naturale non è affatto semplice, soprattutto perché c’è molta confusione a livello mediatico. Tale confusione dovuta in primis alla mancanza di una legislazione che ne regoli la certificazione (anche se qualche associazione ha creato un suo disciplinare, quello di Vinnatur ne è un ottimo esempio) e in secondo luogo alla divulgazione di concetti e idee sbagliate associate al mondo del vino naturale, per dirla in una sola parola c’è una certa “disinformazione”.
Ad esempio domande del tipo: i vini naturali sono i vini senza solfiti? I vini naturali sono i vini biologici? Creano soltanto confusione. Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza.

Vino naturale, vino biologico e vino biodinamico

Il vino naturale è il vino ottenuto da un’uva sana, coltivata in campo senza pesticidi, erbicidi e fertilizzanti chimici e lavorata in cantina senza l’utilizzo di additivi e coadiuvanti enologici.

Il vino biologico è il vino ottenuto da uve coltivate “senza chimica” in campo, ma in cantina è consentito comunque l’utilizzo di circa 40 additivi e coadiuvanti enologici, tra i quali ci sono lieviti industriali, gomma arabica, trucioli di quercia, acido tartarico, colla di pesce e molti altri. La confusione maggiore per il consumatore sta nel fatto che, tra le aziende certificate biologiche, non può sapere chi utilizza un solo additivo oppure chi li usa tutti.

Vedere in etichetta tutti gli ingredienti aumenterebbe la consapevolezza delle persone sempre più attente al tema ambientale, specie se questo riguarda l’alimentazione, e aprirebbe una nuova fase di discussione. Tuttavia non è nostro compito stare qua ad aprire un dibattito, quanto semmai a sciogliere dei dubbi.
Il vino biodinamico è il vino ottenuto da uve coltivate secondo le pratiche di agricoltura biodinamica, derivanti dal pensiero formulato negli anni ‘20 da Rudolph Steiner, padre dell’antroposofia. Nei vini biodinamici in cantina sono permessi pochissimi interventi; possono essere fatte chiarifiche (con albume d’uovo o bentonite) e filtrazioni leggere. Pratiche comunque poco invasive e rispettose del lavoro fatto in vigna.

I solfiti nel vino

La solforosa è una sostanza che si sviluppa naturalmente durante il processo di fermentazione del mosto. La legge obbliga il produttore ad apporre la dicitura “contiene solfiti” quando il contenuto della solforosa totale nel vino è uguale o superiore a 10mg/L.
Detto questo dobbiamo aggiungere che i limiti di legge sul contenuto della solforosa totale nei vini è altissimo. Per i vini convenzionali è di circa 210 mg/l per i bianchi, 160 mg/l per i rossi e fino a 260 mg/l per i vini dolci.
Per i vini biologici è di 100 mg/l per i rossi e di 150 mg/l per i bianchi, mentre per i vini biodinamici è di 70 mg/l per i rossi e 90 mg/l per i bianchi.

Nei vini naturali spesso non c’è solforosa aggiunta, o se c’è spesso si arriva al massimo a 50mg/l per i bianchi e 30 mg/l per i rossi.
Purtroppo, non esistendo alcun obbligo di indicare il quantitativo di solforosa presente nel vino, per la legge non c’è alcuna differenza tra un vino che ha 10mg/l di solforosa e uno che ne ha 200mg/l, ma vi assicuriamo (con una bella esperienza da bevitori) che la differenza c’è e a livello fisico si sente.
Tutto chiaro? Quello che hai appena letto ti è sufficiente?
Se la risposta è sì oppure se in questo momento sei di fretta, passa pure alla nostra homepage: dopo la teoria è giusto (e in questo caso anche piacevole) passare alla pratica, quindi buona bevuta!
Se invece vuoi ancora approfondire l’argomento continua pure con il nostro approfondimento qui sotto.

 

Vino naturale - Parte II

Per capire ancora meglio quello che rappresenta il vino naturale, crediamo sia importante inserirlo in un contesto sociale e ambientale ben preciso.

Vini naturali e contesto sociale

Parlando del contesto sociale è fondamentale tornare a immaginare il Vino (con la V maiuscola) come un prodotto agricolo, puro e veritiero, nato per essere bevuto e per stare sulle nostre tavole. Senza troppi fronzoli, senza troppi voti e punteggi, e senza troppi discorsi
Il vino, fondamentalmente, è sempre stato “naturale”. E’ solo da qualche decennio che l’industria enologica ha iniziato a manipolarlo con una serie di sostanze chimiche (consentite per legge, sia chiaro) per poterlo rendere un semplice prodotto modellabile in base alle logiche commerciali e di business.
Il vino invece nasce come derivato dell’uva e nient’altro, con l’uomo che guida, secondo le sue capacità e con la sua esperienza, l’uva attraverso la varie fasi di lavorazione che la trasformano in vino.
In poche parole: Il vino naturale è il vino come è sempre stato fatto. Non è una moda dei nostri tempi, perché i nostri nonni e prima di loro intere generazioni lo hanno sempre ottenuto con l’uva, con pazienza e conoscenza. Le vere mode sono la modernità e la chimica, non il vino naturale, come qualcuno potrebbe pensare erroneamente.

Contesto ambientale

Parlando del contesto ambientale si entra in un argomento ampissimo che oggi, fortunatamente, ci vede tutti più sensibili e attenti. La sostenibilità agricola è fondamentale e il vino naturale parte proprio dal rispetto della Terra e dell’ambiente, dove le lavorazioni agricole vengono svolte secondo una logica volta a tenere l’impatto ambientale il più basso possibile.
Parlando con qualsiasi vignaiolo vi può confermare che un buon vino nasce in vigna: portare un’uva sana e viva in cantina è la base per poter ottenere un buon vino. Per questo il biologico, la biodinamica e una cura passionale dei vigneti sono fondamentali! Uve provenienti da terreni impoveriti dall’uso di prodotti chimici saranno prive della maggior parte degli elementi necessari per poter svolgere i processi di fermentazione: è allora che la chimica e la tecnologia moderna entrano in gioco.

Bere vini naturali

Ci sono tante ragioni per bere vino naturale e si potrebbe partire dicendo che è, per l’appunto, naturale e che quindi non conosce interventi strani in cantina, non ha visto le sue uve toccate da pesticidi e/o fitofarmaci e rispecchia perfettamente la sinergia tra il frutto della vite, l’ambiente circostante e il lavoro dell’uomo. In sostanza un succo d’uva fermentato.
Riduttivo? Al contrario: è un attestato di stima nei confronti dei vignaioli e un riconoscimento sincero alla vite per il suo lavoro. Si fa presto a dire “succo d’uva”, ma è difficile spiegare le difficoltà che si affrontano per portare in cantina un’uva sana: sono sfide infinite e se è vero che la natura è spesso un alleata è anche vero che le sue gelate, le sue estati torride, le sue grandinate e le sue piogge incessanti possono mandare a rotoli il lavoro di un anno intero in meno di una manciata di ore.

Quindi, quando ti chiedi perché bere un vino naturale pensa a questo, pensa al lavoro dei vignaioli, all’uva che arriva bella e sana in cantina e che in cantina non fa altro che fermentare secondo quei lieviti indigeni del suo territorio. Pensa alle poche bottiglie, prodotte con passione e vendute per ripagare un autentico tesoro liquido: vero, irripetibile, onesto.
I vini naturali sono vivi e continuano la loro evoluzione in bottiglia. Importante è conservarli bene alle giuste temperature (dai 12 ai 16 gradi) e lasciare loro il giusto tempo di riposo evitando di aprirli appena arrivati. Quando acquisti online vini naturali lasciali riposare due o tre giorni prima di aprirli!

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